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Unda Radio - Dobbiaco

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Già all’inizio del 1948 all’interno del suo stabilimento la Unda Radio cominciava ad attrezzare un laboratorio TV e istruiva il personale specializzato, sotto la direzione dell’ing. Boselli, valente tecnico nel ramo TV proveniente dalla Safar. Il laboratorio era in grado di produrre ogni singola parte del televisore, tranne i tubi catodici.
Alla XVIII Mostra Nazionale della Radio e della Televisione, settembre del 1951, la Unda esponeva e vendeva televisori finiti oltre che telai e vari pezzi staccati per la costruzione di apparecchi televisivi, da fornire alle industrie del settore. Nell'apposita galleria espositiva, dedicata alla televisione, l’Unda aveva messo in funzione quattro apparecchi televisivi: due con tubo catodico da 12 pollici e due da 16 pollici. 
All’inizio del 1952, la Società rivolge la sua attenzione anche al settore della televisione in campo professionale, sia con la produzione di generatori di segnali di sincronismo, come per esempio, il modello GSS 62/5, sia con la costruzione di generatori per il controllo di linearità, quali: il modello GCL 7/1. Intanto il capitale sociale fu aumentato a Lire 52.200.000.
Alla Fiera di Milano del 1953 venne presentato il primo modello di frigorifero marcato Unda, era questo un segnale evidente che l’azienda, attenta agli sviluppi tecnologici in atto, stava sperimentando anche un programma di diversificazione della produzione. Questo settore, però, dovette essere presto abbandonato per l’impossibilità di adeguare i costi di produzione ai prezzi in continuo ribasso praticati dalla concorrenza.
Nel 1954, il capitale sociale viene ulteriormente aumentato a Lire 78.300.000. Nello stesso anno, si fanno i preparativi per i festeggiamenti del trentesimo anno di attività della Società. Altre due importanti novità saranno presentate alla XX Mostra Nazionale della Radio e della Televisione, tenutasi nel settembre del 1954, quali: la prima supereterodina tascabile, denominata Mono Unda 41/3 "Mascotte" e il televisore con comando a distanza. Il ricevitore tascabile 41/3 soprannominato "Mascotte" adotta un circuito supereterodina a 4 valvole subminiatura (1V6-1AH4-1AJ5-1AG4) con alimentazione indipendente a pile oppure, tramite apposito alimentatore, da rete a corrente alternata. Le dimensioni d'ingombro sono 17 cm di base, 9 di altezza e 4,4 cm di spessore. Alle qualità tecniche si aggiungono quelle estetiche; il frontale in materiale plastico color oro è dotato di un'apposita sede portaritratti, per consentire di personalizzare l’apparecchio con una fotografia intercambiabile. Nello stato originale ed a scopo dimostrativo, la fotografia rappresenta il ritratto di Lisa Glauber, la figlia di Max. Mentre l'antenna di ferrite è incorporata nella maniglia per il trasporto della radiolina.

1956-1962
Alla XXII Mostra Nazionale della Radio e della Televisione tenutasi presso il Palazzo dello Sport nel settembre del 1956 la Unda si presenta all’insegna "dell’Alta Fedeltà" esponendo il mod. 76/4, un lussuoso ricevitore soprammobile, dotato di circuito supereterodina a 6 valvole (ECC85-ECH81-EF85-EABC80-EL84-EM80), più raddrizzatore a secco, atto alla ricezione di sei gamme d’onda in AM e FM. L’apparecchio era dotato di commutatore ad otto tasti, di regolatore per gli acuti e i bassi, dei registri di tonalità a quattro tasti, di presa fono. Era equipaggiato con quattro altoparlanti pluridirezionali tipo 3D ad Alta Fedeltà con una potenza d’uscita di 5,5 Watt. Il tutto racchiuso in mobile midget in legno pregiato (dimensioni: 62x38x27 cm).
Il radiofonografo modello 76/6 raggruppa tutte le caratteristiche del modello 76/4 ma montato in elegante mobile consolle, in legno lucidato e impreziosito con finiture in metallo dorato; ospita nella parte alta, un complesso fonografico con giradischi a tre velocità, nella parte inferiore ai lati della griglia di protezione dell’altoparlante due vani ospitano un album portadischi. Su richiesta veniva fornito anche con cambiadischi automatico. 
Alla fine del 1957, a causa di problemi finanziari, dovuti anche ai continui e pesanti investimenti sostenuti nel ramo della televisione, la Società si trova ad affrontare gravi difficoltà che la costringeranno il 3 aprile del 1958, nella persona di Gualtiero Amonn, allora Presidente del Consiglio d’Amministrazione, a chiedere l’avvio dell’ammissione alla procedura di amministrazione controllata. Il 10 aprile dello steso anno viene resa pubblica l’amministrazione controllata attraverso l’annuncio del Tribunale di Como pubblicato nel Foglio degli Annunzi Legali della Provincia e sui giornali "La Provincia" e "L’Ordine", di Como, e su "Il Sole" di Milano. L’amministrazione controllata fu prevista per il periodo di un anno. A marzo, sempre del 1958 il capitale viene drasticamente diminuito a Lire 19.575.000 in conseguenza delle perdite finanziarie subite. 
Dopo quattro mesi, il 7 agosto dello stesso anno, si arriva a concludere con i creditori il Concordato Preventivo in tale data i creditori aventi diritto erano ben 273 per la totale cifra di 425.912.987 di Lire. Nel frattempo, per scongiurare il fallimento, la Società aveva avviato diverse trattative di vendita del marchio con alcune ditte del settore. Alla fine rimasero solo due proposte concrete e precisamente da parte del Gruppo INFIN di Torino, a cui faceva parte anche la Magnadyne, e con la CGE (Compagnia Generale di Elettricità) di Milano.
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