Alta Risoluzione
| | Veduta perfettamente frontale della Radiorurale prodotta dalla Radiomarelli nel 1936 circa e denominata tecnicamente RD51. Precedentemente a questo modello furono prodotti due esemplari denominati RD10 e RD18 entrambi a scala numerica. Mentre successivamente all'RD51 fu prodotto una versione molto simile denominata RD66. | |
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| | Una veduta di trequarti da destra. Si notano le maniglie per la presa e il trasporto. Questo esemplare come tutta la serie di apparecchi Radiorurale di qualsiasi altra marca, non erano destinati al commercio libero. Potevano acquistare questi apparecchi unicamente enti statali, opere nazionali, insegnanti, direttori didattici ma in particolare le scuole. Chi aveva i requisiti per poter accedere all'acquisto, questo lo poteva esercitare a mezzo scheda di ordinazione predisposta dall'Ente Radio Rurale. | |
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| | Questa immagine permette di capire che la radio, impiallacciata interamente in noce nazionale, è caratterizzata da un unico grande foglio che avvolge i fianchi e il tettuccio. La venatura più scura descrive così il suo percorso da un lato all'altro. | |
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| | Altra vista di trequarti della radio. La struttura è massiccia, imponente, progettata per sopportare mani poco delicate, mani di bambino curiose e la visita di fastidiosi topolini... | |
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| | Dettaglio di una scure: questa come la stragrande maggioranza delle Radiorurali, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, fu sottoposta a una mutilazione dei fasci littori stilizzati. Normalmente si preferiva rimuovere le scuri e lasciare le verghe che bene o male risultavano utili per la protezione della tela e non richiamavano stilemi fascisti. In questo caso specifico chi tagliò le scuri non le gettò via, le conservò e quando la radio arrivò alla fine del suo pubblico servizio presso la scuola a cui fu destinata, furono "riattaccate" tramite un sistema "rivettato" (non c'erano certo le colle disponibili oggi)! Peccato che per spianare i rivetti e farli così notare il meno possibile l'intero fregio è stato carteggiato a differenza degli altri due fregi superstiti. | |
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